MUSCOLI ADDOMINALI
MUSCOLI ADDOMINALI
I muscoli addominali vengono attivati in molte funzioni del nostro corpo. Essi sono responsabili o contribuiscono, oltre alla respirazione, soprattutto quando è presente una elevata richiesta nell'incrementare lo svuotamento del volume polmonare alla fine della espirazione, a diverse attività riflesse di protezione (tossire, starnutire, vomitare, defecare, partorire, ecc), a stabilizzare il rachide lombare e contribuire alla dinamica corporea.
3.3.1 Retto dell'addome Origina dalla cresta pubica e sinfisi (fig. 1a); si inserisce sulle cartilagini costali della quinta, sesta e settima costa, e processo xifoideo dello sterno. Presenta una direzione delle fibre soprattutto verticali. Funzione - flette il tronco avvicinando il torace al bacino ventralmente. Con il bacino stabilizzato, il torace si sposta verso il bacino; se è il torace ad essere stabilizzato, è il bacino a spostarsi verso il torace. Innervazione - T5-T12, rami ventrali. La sua lamina anteriore si unisce all'aponeurosi dell'obliquo esterno costituendo lo strato superficiale della fascia del retto (fig. 1b). La sua lamina posteriore si unisce all'aponeurosi del trasverso dell'addome costituendo lo strato profondo della fascia del retto (fig. 1c). Le aponeurosi di tutti e tre i muscoli, si uniscono, sotto la linea arcuata, per costituire lo strato ventrale della fascia del retto, mentre la fascia transversalis forma lo strato profondo. Questo muscolo viene considerato principalmente dinamico per la flessione del tronco (Moraes et al 2003) e posturale. E' stato dimostrato, che durante attività fisica intensa, partecipa alla respirazione.
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fig. 1 - a) retto addominale con relative inserzioni; b) fascia del retto strato superficale; c) strato profondo della fascia del retto |
3.3.2 Obliquo esterno (fig. 14) L'obliquo esterno si può suddividere, in base all'inserzione e direzione delle fibre, in una componenteanteriore e una laterale
a) fibre anteriori (fig. 2a) Originano dalla superfici esterna dalla quinta all'ottava costa con digitazioni comuni al grande dentato; si inserisce con una aponeurosi ampia e piatta, terminante sulla linea alba (fig. 14c), rafe tendineo che si estende caudalmente dallo xifoide. La direzione delle fibre è obliqua verso il basso e verso l'area mediana (in modo particolare le fibre superiori). Funzione - contraendosi bilateralmente le fibre anteriori flettono la colonna vertebrale avvicinando anteriormente il torace al bacino; sostengono e comprimono i visceri addominali, deprimono il torace ed aiutano la respirazione. b) fibre laterali (fig. 2b) Origina dalla superficie esterna della nona costa con digitazioni comuni al grande dentato e superfici esterne della decima, undicesima, e dodicesima costa con digitazioni comuni al grande dorsale; si inserisce come il legamento inguinale, sul tubercolo pubico, e sul margine esterno della metà anteriore della cresta iliaca. Le fibre si estendono, come direzione, verso il basso e medialmente (più in basso rispetto alle fibre anteriori). Funzione - agendo bilateralmentele fibre laterali dell'obliquo esterno flettono la colonna vertebrale, con coinvolgimento massivo della regione lombare, inclinando il bacino dorsalmente e contribuiscono alla stabilità del bacino durante il movimento dell’arto inferiore;agendo unilateralmentecon le fibre laterali dell'obliquo interno sullo stesso lato, le fibre dell'obliquo esterno flettono di lato la colonna, avvicinando il torace alla cresta iliaca Agendounilateralmente con le fibre anteriori dell'obliquo interno del lato opposto entrano a far parte delle catene a spirale ruota la colonna vertebrale portando il torace in avanti, quando il bacino è stabilizzato, oppure il l'emibacino opposto in avanti quando il torace è fissato. Con il bacino fissato, l'obliquo esterno destro ruota il torace in senso antiorario e quello sinistro in senso orario. Questo muscolo, in associazione all'obliquo interno controlaterale e al trasverso dell'addome, contribuisce al movimento associato tra il cingolo pelvico e il cingolo scapolare durante la deambulazione (marcia e corsa). L'azione dell'obliquo esterno sul torace è paragonabile all'azione dello Sterno-cleido-mastoideo sulla testa. Innervazione - T5-T12.
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fig. 2 - a) obliquo esterno con inserzioni e suddivisione nella componente anteriore, b)e laterale; c) inserzione anteriore
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Obliquo interno (fig. 3) L’obliquo interno forma lo strato intermedio della parete addominale laterale. Come per l'obliquo esterno anche per l'interno possiamo fare una suddivisione in fibre anteroinferiori, anterosuperiori e laterali a) Fibre anteroinferiori: originea dai due terzi laterali del legamento inguinale (fig 3a) , e breve attaccatura sulla cresta iliaca vicino alla spina supero-anteriore; si inserisce con il trasverso dell'addome sulla cresta del pube, sulla partemediana della linea pettinea e sulla linea alba tramite una aponeurosi. Funzione - le fibre anteriori inferiori, insieme con il trasverso dell'addome, comprimono e sostengono i visceri addominali inferiori e collaborano alla stabilità dell’articolazione sacroiliaca. Innervazione - T7-T12, ileoipogastrico ed ileoinguinale, rami ventrali. b) Fibre anterosuperiori: originano dal terzo anteriore della linea intermedia della cresta iliaca (fig. 3b) e fascia toraco-lombare; l'inserzione avviene sulla linea alba tramite una aponeurosi. Le fibre si estendono obliquamente verso l'alto e medialmente. Funzione - agendo bilateralmente, le fibre anteriori superiori flettono la colonna vertebrale, avvicinando il torace al bacino anteriormente, sostengono e comprimono i visceri addominali, deprimono il torace, e collaborano agli atti respiratori; contraendosi unilateralmentein collaborazione con le fibre anteriori dell'obliquo esterno sul lato opposto, le fibre anterosuperiori dell'obliquo interno ruotano la colonna vertebrale portando il torace all'indietro (quando il bacino è stabilizzato) oppure il bacino in avanti (quando il torace è fissato). Ad esempio, con il bacino fissato, l'obliquo interno destro ruota il torace in senso antiorario e quello sinistro in senso orario. c) Fibre laterali Originano dal terzo medio della linea intermedia della cresta iliaca (fig.3b) e fascia toraco-lombare. Inserzione: margini inferiori della decima, undicesima e dodicesima costa e linea alba tramite un'aponeurosi. Direzione delle fibre: le fibre si estendono obliquamente verso l'alto e medialmente più in alto rispetto alle fibre anteriori. Funzione - agendo bilateralmente, le fibre laterali flettono la colonna, avvicinando il torace ed il bacino anteriormente e deprimono il torace. Agendo unilateralmente, insieme alle fibre dell'obliquo esterno omolaterale flettono lateralmente la colonna avvicinando torace e bacin. Queste fibre agiscono anche con l'obliquo esterno controlaterale ruotando la colonna. Per l’inserzione alla fascia toracolombare recita un ruolo, insieme al trasverso, alla stabilizzazione del rachide lombare. La debolezza di grado moderato o marcato sia dell'obbliquo esterno che di quello interno, riduce l'efficienza respiratoria ed il sostegno fornito, insieme al muscolo trasverso dell'addome, ai visceri addominali. La debolezza bilaterale degli obliqui esterni riduce la capacità di flettere la colonna dorso- lombare e di portare in retroversione il bacino. Questa debolezza se associata ad una retrazione dei flessori d'anca si traduce, in stazione eretta, in un'inclinazione pelvica anteriore (postura iperlordotica) o in una deviazione anteriore del bacino in rapporto al torace e agli arti inferiori (postura sway-back. Come abbiamo già esposto in questo testo riteniamo difficile che questi muscoli possano sviluppare, in ortostatismo ,un'azione posturale sul bacino. La debolezza bilaterale degli obliqui interni riduce la capacità di flettere la colonna. La debolezza crociata dell'obliquo esterno di un lato e dell'obliquo interno controlaterale, consente l'allontanamento del margine costale dalla cresta iliaca opposta che si evidenzia nella rotazione e deviazione laterale della colonna. In caso di debolezza dell'obliquo esterno destro e dell'interno sinistro (come in una scoliosi destra toracica e lombare sinistra) il margine costale destro è distanziato dalla cresta iliaca sinistra, l'emitorace destro ruota posteriormente. In caso dell'obliquo esterno sinistro e dell'interno destro accade il contrario. La debolezza unilaterale delle fibre laterali dell'obliquo esterno e dell'obliquo interno dello stesso lato consente al torace di allontanarsi lateralmente dalla cresta iliaca, determinando una curva a C, convessa verso il lato della debolezza. La debolezza delle fibre laterali dell'obliquo esterno ed interno di sinistra dà origine ad una curva a C verso sinistra. Un accorciamentobilaterale, delle fibre anteriori dell'obliquo esterno ed interno, determina la depressione del torace dalla parte anteriore e contribuisce alla flessione della colonna. In stazione eretta sarà visibile una tendenza alla cifosi e alla depressione toracica. In una postura cifotica-lordotica, le porzioni laterali dell'obliquo interno risultano accorciate mentre le porzioni laterali di quello esterno sono allungate. Questa stessa tendenza si osserva in una postura lordotica con deviazione anteriore del bacino e deviazione posteriore del torace. Un accorciamentocrociato dell'obliquo esterno di un lato e dell' obliquo, interno controlaterale causa la rotazione e deviazione laterale della colona vertebrale. La brevità dell'obliquo esterno sinistro e dell'interno destro, come in casi di grave scoliosi toracica destra e lombare sinistra, determina la rotazione del torace in avanti e verso sinistra. Un accorciamentounilaterale dello stesso lato, delle fibre laterali dell'obliquo esterno ed interno, determina l'avvicinamento della cresta iliaca e del torace nell'area laterale il che si traduce in una curva a C convessa verso il lato opposto. |
fig. 3 - obliquo interno in evidenza l'inserzione sul legamento inguinale (a) e sulla cresta (b) |
3.3.4 Trasverso dell'addome (fig. 4) Origina dalle superfici interne delle cartilagini delle ultime sei coste con digitazioni comuni con il diaframma, fascia toraco-lombare, tre quarti anteriori del margine interno della cresta iliaca (fig. 4a), terzo laterale del legamento inguinale; l’inserzione posteriore del trasverso alle vertebre lombari avviene attraverso la fascia toraco-lombare. La fascia toracolombare è composta da tre strati che si fondono al bordo laterale dell’erettore spinale. Lo strato anteriore, origina dalla faccia anteriore del processo trasverso delle vertebre lombari e passa al di sopra della superficie anteriore del quadrato dei lombi. Lo strato intermedio è composto da una spessa e robusta struttura aponeurotica che origina dagli apici dei processi trasversi e dai legamenti intertrasversari. Le fibre che nascono da L1-L2 si inseriscono sulla 12° costa, mentre quelle inferiori che si estendono anche sulla cresta iliaca danno origine al tendine del trasverso. Lo strato posteriore è composto da due ben distinte lamine che originano dai processi spinosi e dai legamenti interspinosi e sovraspinosi delle vertebre toraco-lombari. La lamina superficiale presenta un orientamento infero- mediale e costituisce l’aponeurosi del grande dorsale e del grande dentato. Alcune fibre di questa lamina proseguono con la fascia del grande gluteo e con l’obliquo esterno addominale. La lamina profonda dello strato posteriore prendendo origine dai processi spinosi e legamenti interspinosi presenta un andamento infero- laterale. La lamina profonda si fonde con quella superficiale nella regione sacrale e continuano nel legamento sacrotuberoso. L'inserzione avviene sulla linea alba tramite un'ampia aponeurosi bilaminare e cresta pubica (fig. 4b). L’inserzione aponeurotica è complessa e molto variabile. Al di sopra dell’ombelico, le fibre aponeurotiche sono disposte dietro il retto e si incrociano con le fibre del muscolo controlaterale. Al di sotto dell’ombelico le fibre, progressivamente, si congiungono con il controlaterale anteriormente al retto. Per la decussazione mediale il trasverso può essere considerato a tutti gli effetti un muscolo digastrico. Innervazione: T7-T12, ilioipogastrica, ilioinguinale, rami ventrali. La direzione delle fibre del trasverso sono prettamente orizzontali. Funzione - 1) la contrazione bilaterale determina un appiattimento della parete addominale con un aumento di pressione intraddominale; 2) contribuisce al supporto dei visceri intraddominali, tale azione dipende dalla postura, è assente in posizione supina ed incrementa in posizione eretta; la porzione superiore contribuisce alla diminuzione dell'angolo infrasternale delle coste durante l'espirazione diminuendo il volume residuo polmonare. La sua contrazione, per la stretta connessione con la fascia toraco-lombare, contribuisce alla stabilizzazione del rachide lombare l'articolazione sacroilica. Depone a favore di questa azione l'attivazione anticipata, per stabilizzare il rachide basso, durante il movimento dell'artosuperiore o inferiore. Tale attivazione viene ritardata dopo affaticamento muscolare. Sembra che un ritardo di questa attivazione possa essere una delle cause all’ origine delle lombalgie. Alla luce di questa importante funzione sviluppata dal trasverso dell'addome, viene coinvolto nei programmi di potenziamento muscolare indicate nelle lombalgie. L'attivazione ritardata sembra che abbia anche un'attinenza con altre patologie tipiche dello sportivo, quale ad esempio la pubalgia. Questo muscolo non agisce nella flessione laterale del tronco, eccetto che nel comprimere i visceri efissare la linea alba, consentendo così una migliore azione dei muscoli antero-laterali del tronco. Un eccessivo rilassamento consente il rigonfiamento della parete addominale anteriore creando indirettamente una tendenza ad accrescere la lordosi. Durante la flessione in posizione supina, e l'iperestensione del tronco in posizione prona, si forma un rigonfiamento nell'area laterale. Sulla funzione dell’aumento della pressione intraddominale determinato dai muscoli addominali in sinergia con il diaframma e il pavimento pelvico, nel coadiuvare al mantenimento di una flessione del tronco, attraverso un momento estensorio, i dati in letteratura sono alquanto discordi. Per Kapandji (1996) la pressione intraddominale determina un sistema gonfiabile anteriore, il quale può ridurre del 50% la pressione discale a livello di D12-L1 e del 30% a livello lombosacrale, inoltre determina una diminuzione del 55% della tensione dei muscoli spinali. Altri studi confermano la possibilità di questo sistema pneumostatico nel ridurre il carico vertebrale, ma con percentuali di riduzione dell’attività degli estensori del 12-20%). A supporto di questa ipotesi, diversi lavori hanno riscontrato un incremento della pressione intraddominale associato al sollevamento di pesi, camminare, correre e saltare. Inoltre, è stata riscontrata una linearità tra la pressione intraddominale e il momento statico della flessione; mentre altri studi non hanno riscontrato correlazioni tra la pressione intraddominale e il carico dinamico. Diversi altri lavori non concordano sulla possibilità della pressione pneumostatica determinata dal trasverso e dagli obliqui, nel supportare il carico lombare. Nachemson riporta un incremento della pressione intradiscale all’aumentare della pressione intraddominale. Altri Autori attraverso dei modelli matematici riscontrano un incremento, piuttosto che una diminuzione, della compressine a livello vertebrale. |
fig. 4 - a) inserzione posterolaterale del trasverso dell'addome con in evidenza l'inserzione a livello della cresta; b) inserzione anteriore
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filmato retto addominale |
filmato obliquo esterno |
filmato obliquo interno e trasbverso dell'addome |