Neuroma di Morton

A cura di: Martina Fagherazzi - studentessa OSCE.

Martina Mini

Introduzione

Il neuroma di Morton è una neuropatia degenerativa da intrappolamento con conseguente fibrosi del nervo interdigitale comune (fig. 1)

Solitamente viene riscontrato nello spazio interdigitale tra il 3 e 4 metatarso [1,2].
Questa fibrosi perineurale relativa all’avampiede venne descritta nel 1876 dal medico Thomas

Morton (1835-1903), a cui si deve il nome, che descriveva il dolore come “una peculiare e dolorosa sensazione alla 4 articolazione metatarsale”.

neuroma di morton1

fig. 1 - schematizzazione della posizione del neuroma

Tuttavia, sembrerebbe già conosciuta e descritta precedentemente in Italia, dal medico pistoiese Filippo Civinini (1805-1844), che la descrisse in una sua "lettera anatomica" datata 28 settembre 1835 [3,4] come "un rigonfiamento nervoso alla pianta del piede".

Successivamente il chirurgo inglese Lewis Durlacher (1792-1864) ne delineò il complesso clinico dei sintomi [5].
Il neuroma di Morton Colpisce maggiormente persone con età compresa tra i 35 e 55 anni con una leggera maggiore prevalenza nella popolazione femminile. Il Neuroma è bilaterale nel 21% di casi, colpisce il terzo spazio intermetatarsale nel 66% dei casi, il secondo spazio intermetatarsale nel 32% dei casi e solo il 2% dei casi interessa il 4 spazio intermetatarsale. [6]

Eziopatogenesi

La causa di questa patologia risulta essere ancora poco chiara, eppure sono state formulate e studiate molte teorie a riguardo.
Alcune di queste sono prettamente riguardanti il funzionamento e la predisposizione biomeccanica del piede quali: l’iperpronazione del piede [7], la lassità articolare, l’alluce valgo e il piede cavo. 
Altre ipotesi riguardano motivi correlati all’adattamento strutturale del piede come l’uso prolungato di calzature strette o scarpe con il tacco che portavano a sovraccaricare l’avampiede e ad irritare la zona dove era stata riscontrata la presenza di una borsa intermetatarsale  [8,9]
In altri studi si parla, invece, di uno ispessimento anatomico del nervo a livello del terzo spazio intermetatarsale [10] e altri ancora riportano cause riguardanti traumi ripetitivi o lesioni ischemiche [11,12] dovuti da alcuni sport come il calcio,la danza e la corsa.
Dai dati più recenti  il neuroma di Morton risulta essere una sindrome da intrappolamento del nervo causata dall'impingement meccanico dello stesso da parte del legamento trasverso profondo intermetatarsale. [11,13,14]
Barret e Jarvis [15] hanno sottolineato che la deformità del piede equino può essere considerata una causa di intrappolamento del nervo o del Neuroma; è noto infatti come questa deformità aumenti la pressione plantare
dell’avampiede favorendo l’insorgenza della condizione patologica.
Nei pazienti diabetici è necessario prestare un’attenzione maggiore perché l’aumento di pressione a livello plantare è un fattore di rischio per l’ulcerazione cutanea con conseguente sviluppo di un intrappolamento del nervo stesso o del neuroma laddove presente.

Sintomatologia

Solitamente il Neuroma di Morton si presenta con l’insorgenza di svariati sintomi dolorosi e acuti e subacutii. Il paziente, quasi sempre, indica un dolore nell’avampiede in mezzo alle dita dei piedi, accusato maggiormente durante l’uso di calzature che, per il troppo dolore, spingono il paziente a toglierle per provare del sollievo a seguito della riduzione della compressione.I sintomi, ricalcano quelli di una nevralgia e sono soprattutto di tipo sensitivo come bruciore, formicolio  e intorpidimento.
La presenza di calli, duroni o vesciche possono essere indice di un non corretto carico quindi non sono da sottovalutare per una diagnosi differenziale.

Diagnosi

neurinoma morton 2fig. 2 - test di Mulder

La diagnosi è clinica. Si esegue a paziente disteso valutandone attentamente la forma dell’avampiede, la cute plantare sottometatarsale e la posizione delle dita; potrebbe essere rinvenuta la presenza di una borsa intermetatarsale che può apparire come un rigonfiamento dorsale che, alla palpazione, risulta essere morbido. Un test risultato efficace per la diagnosi di questa sindrome è l’evocazione del segno di Mulder; questo consiste nella risposta dolorosa alla compressione dello spazio tra il 3 e 4 dito del piede mentre si spingono i metatarsi (fig. 2).

La manovra provoca un dolore acuto che può essere accompagnato da un clic dolente e palpabile [16].

Sebbene la diagnosi sia clinica, le techiche di imaging, come la radiografia, la risonanza magnetica (MRI) e l'ecografia, possono svolgere un ruolo nella diagnosi. Le radiografie vengono utilizzate principalmente per escludere diagnosi differenziali come necrosi avascolare, artrosi, fratture o fratture da stress.
L'ecografia è emersa come un prezioso strumento diagnostico. È molto meno costoso di una valutazione MRI e può essere eseguita sia ambulatorialmente che in ospedale. 

Il neuroma appare ecograficamente (fig. 3) come una massa ovoidale parallela all'asse lungo delle ossa metatarsali [37].

neurinoma mortonfig. 3 - immagine ecografica del neuroma (da Ruiz Santiago et al 2019)

L'elettromiografia e la velocità di conduzione nervosa sono strumenti utili quando si sospetta una patologia nervosa di un sito più prossimale o in pazienti con una presentazione atipica [9.]
Altre diagnosi differenziali che devono essere tenute in considerazione prima del trattamento comprendono la sindrome del tunnel tarsale, la radicolopatia lombare, la neuropatia periferica, la capsulite, la borsite e la metatarsalgia.

Trattamento

Trattamento conservativo

Una volta stabilita la diagnosi del neuroma di Morton, inizialmente si raccomanda una gestione conservativa e non chirurgica.

  • l’utilizzo di ortesi plantare con l’obiettivo di ridurre l’iperpronazione e diminuire le sollecitazioni verticali; 
  • la fisioterapia mirata all’allungamento muscolare intrinseco del piede e del gastrocnemio.  È stato provato che i pazienti affetti da questa patologia presentavano una retrazione muscolare a questo livello che comportava una limitata dorsiflessione del piede con conseguente aumento del carico da parte dell’avampiede [18,19];
  • la modifica delle attività, e dell’uso di calzature adeguate evitando scarpe con il tacco preferendo invece calzature comode, con una punta larga.

Nella terapia preventiva sono contemplate infiltrazioni di farmaci steroidei combinate con anestetici locali; alcuni studi hanno evidenziato che queste forniscono una risoluzione a lungo termine dei sintomi solo in una piccola percentuale di casi (30%) [21, 22] i risultati a lungo termine migliori sono stati dimostrati per i neuromi più piccoli. 
Le infiltrazioni di farmaci steroidei sono ripetibili solo in modo limitato in quanto possono portare ad atrofia del cuscinetto di grasso plantare, scolorimento della pelle nel sito di iniezione [23], o rottura delle capsule articolari metatarso-falangee con deviazione delle dita adiacenti. 
Un recente studio sulla tossina botulinica  nel trattamento del neuroma di Morton, ha dimostrato miglioramenti nel 70,6% dei pazienti 3 mesi dopo una singola iniezione, senza effetti collaterali [24]. Mancano tuttavia risultati nel follow up a lungo termine. 
Le iniezioni di alcol invece, hanno mostrato miglioramenti nel 69-90% dei casi [24-26] e una riduzione del 30% delle dimensioni del neuroma [25-27]. Questo trattamento è ripetibile, ma si è verificato, nel 15% dei pazienti, un aumento transitorio del dolore [25]. I risultati a lungo termine hanno tuttavia dimostrato un deterioramento, con circa un terzo dei pazienti trattati che dovevano essere sottoposti ad intervento chirurgico, un terzo ha presentato una recidiva del dolore e solo un terzo è rimasto senza dolore al follow-up a cinque anni [28]. 
Il trattamento infiltrativo può utilizzare anche la guida ecografica anche se questa strategia non non ha dimostrato risultati migliori rispetto alle iniezioni non guidate.[29] 
Altri metodi di trattamento conservativo comprendono radiofrequenze, terapia extracorporea con onde d'urto [30], terapia laser [31], iniezioni omeopatiche [32] e crioterapia. I farmaci orali non steroidei e steroidi possono essere usati per ridurre il dolore e l'infiammazione. 

Trattamento chirurgico

Il trattamento chirurgico è indicato solo in quei pazienti in cui quello conservativo non ha ottenuto i risultati previsti. Come affermato in precedenza, non bisogna dimenticare che la metatarsalgia associata al neuroma di Morton fa parte di uno spettro di fattori biomeccanici che possono comportare un sovraccarico dell’avampiede e dunque i mancati risultati con la chirurgia, possono essere correlati alla mancata valutazione e risoluzione di tutti gli elementi del problema.
Numerosi studi hanno mostrato risultati da buoni a eccellenti nel 70-80% dei pazienti dopo la neurectomia. È interessante notare che, in modo abbastanza coerente, solo circa la metà dei pazienti non ha riportato dolore dopo l'intervento chirurgico, mentre circa il 30% , ha riscontrato un miglioramento accompagnato da un dolore residuo e solo uno su dieci ha riferito un peggioramento rispetto alle condizioni antecedenti l'intervento chirurgico [33,34].
La procedura può essere eseguita attraverso un approccio dorsale o plantare, a seconda della formazione e delle preferenze del chirurgo. Non è stata dimostrata alcuna differenza nei risultati correlati all'approccio chirurgico, sebbene una precedente ponderazione post-operatoria e le preferenze del paziente favoriscano un approccio dorsale [35].
Altri autori hanno riferito che quasi tutti i pazienti trattati con neurectomia o con osteotomie metatarsali distali percutanee comportanti il rilascio dei legamenti intermetatarsali trasversali profondi erano indolori dopo due anni e che gli esiti della procedura percutanea erano migliori di quelli della neurectomia [36].
Il dolore persistente può essere il risultato di irritazione del moncone nervoso (ad es. Da tessuto cicatriziale) o resezione incompleta del neuroma.
È interessante notare che la maggior parte degli studi sembra concentrarsi esclusivamente sul nervo interdigitale e non menziona lo stato dell'allineamento del piede, la tensione muscolare o i fattori anatomici (ad es. Lunghi metatarsali).. Tuttavia, come nella chirurgia primaria, si devono anche considerare (e indirizzare) i fattori biomeccanici che possono mantenere il sovraccarico dell'avampiede e altre patologie che possono causare metatarsalgia. Tuttavia, i pro e i contro dovrebbero essere discussi prima dell'intervento con i pazienti e le loro aspettative dovrebbero essere gestite di conseguenza. 


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