Otiti e Osteopatia

a cura di: Saverio Colonna MD e Anna Rita Anselmi DO

L’ Otite Media Acuta (OMA), con le sue complicanze, è un problema molto diffuso e costoso in tutto il mondo. Solo negli Stati Uniti, quasi il 40% dei bambini ha un episodio di OMA nei primi 6 mesi, che aumenta oltre il 60% entro 12 mesi e oltre il 90% nei 2 anni.
Il costo economico negli Stati Uniti nel 2000 è stato stimato in più di 5 miliardi di dollari e tale costo è stato osservato essere altrettanto elevato in altri Paesi.(Bondy et al. 2000; Speets et al 2011).

La diagnosi e il stratificato trattamento di pazienti con OMA è stato standardizzato nel 2004 da un lavoro di collaborazione dell’American Academy of Pediatrics e l’American Academy of Family Physicians ed è stato aggiornato nel 2013 (Lieberthal et al, 2013).

Le vaccinazioni hanno ridotto l’incidenza di alcuni tipi di batteri e infezioni virali (Hoberman et al 2003; Jansen et al. 2009) dell’orecchio medio, ma non hanno eliminato la malattia. Mastoiditi e infezioni della testa e del collo sono complicazioni comuni dell’AOM (Thorne et al. 2009).
La complicanza più comune di OMA è la persistenza dell’edema dell’orecchio medio (EOM), il quale è associato alla perdita a breve termine dell’udito, l’acquisizione di un linguaggio alterato e problemi del comportamento(Paradiseetal.2000;Kacmarynskietal.2004; Shekelleetal.2002). Tuttavia, Renko et al. (2006) ha osservato la normalizzazione del timpanogramma (indice della risoluzione della OMA) già a sette giorni dopo il trattamento con antibiotici nei bambini con OMA. L’edema dell’orecchio medio si risolve generalmente in circa il 60% dei bambini dopo un mese dall’episodio dell’OMA non trattata (Rosenfeld e Kay. 2003) e la durata da 1 a 3 mesi dell’EOM è usuale, dopo un episodio di OMA (Bartolozzi et al. 1992; McDonald et al. 2008)

Nel 1992, Rosenfeld e Post raccomandano la terapia antibiotica per l’EOM e van Zon et al. la riconfermano ancora una volta nel 2012. A causa della prevalenza, dei costi e complicanze dell’EOM, altri trattamenti complementari e trattamenti medici sono stati studiati (Basak et al.2005; Azarpazhooh 2011; Gulani e Sachdev 2012).
Per più di un secolo, la professione osteopatica in tutto il mondo ha fornito prove aneddotiche dell’effetto beneVico del trattamento manipolativo osteopatico (OMT) per i bambini come un complemento al trattamento medico (Still 1899; Galbreath 1928; Mauer 1966; Pintal e Kurtz 1989; Steele e Mills 2011).
Negli Stati Uniti è stato pubblicato un documento dalla Osteopathic Cranical Accademia che descrive le linee guida per il trattamento osteopatico di pazienti affetti da otite media (2009).
Lo studio pilota (Steele et al. 2014) da dove è stato estratto questo articolo, che si basa su 2 studi precedentemente pubblicati negli Stati Uniti (Mills et al. 2003; Degenhardt e Kuchera 2006), propone un protocollo OMT che può essere impiegato dall’osteopata per completare il trattamento a disposizione per questi piccolo pazienti.

Contesto:

l’otite media acuta (OMA) dell’infanzia è molto diffusa. L’evoluzione frequente in edema dell’orecchio medio (EOM) può portare alla perdita dell’udito, per cui è comunemente usata la chirurgia. Obiettivo: valutare l’efVicacia di un protocollo di trattamento manipolativo osteopatico (OMT) sulla risoluzione della EOM a seguito di un episodio di OMA.
Gli Autori ipotizzarono che l’OMT in aggiunta al trattamento standard per i bambini con OMA ridurrebbe la durata di EOM conseguente all’insorgenza di OMA.

Metodi:

Abbiamo confrontato le cure standard (SCO) e la cura standard più OMT (SC + OMT) per la durata della EOM seguente AOM. I pazienti erano di età compresa tra 6 mesi a 2 anni. Il gruppo SC + OMT ha ricevuto l trattamento OMT durante 3 visite settimanali. Una valutazione settimanali della timpanometrica e riVlettometria acustico (AR) sono state somministrate a tutti i pazienti.

Risultati:

sono stati inclusi 52 piccoli pazienti, con 43 che hanno completato lo studio e 9 che hanno abbandono. Non sono state osservate differenze demograViche. Solo le orecchie di ogni paziente con timpanogramma anormale all’entrata sono stati inclusi.

Sono state valutate 76 orecchie con l’analisi timpanograVica (38 da SCO; 38 da SC + OMT) e 61 le orecchie per l’analisi dei dati AR (31 da SCO; 30 da SC + OMT). Dipendenza delle malattie dell’orecchio osservate bilateralmente nelle letture AR era utilizzate per l’analisi statistiche. I dati del timpanogramma hanno dimostrato un miglioramento statisticamente signiVicativo nel EOM in visita 3 nei pazienti del gruppo SC + OMT (odds ratio, 2.98; 95% intervallo di conVidenza, 1,16, 7,62; χ2 Test per l’indipendenza, P = .02). L’analisi dei dati ha mostrato un miglioramento dell’AR statisticamente signiVicativo in visita 3 per il gruppo SC + OMT (z = 2.05;P = .02). Non c’era alcuna variazione statisticamente signiVicativa EOM prima o subito dopo il protocollo OMT.

Conclusione:

un protocollo OMT standardizzato somministrato in aggiunta alla terapia standard per i pazienti con OMA può produrre una più rapida risoluzione dell’EOM dopo OMA che non il trattamento standard isolato.

PROTOCOLLO MANIPOLATIVO OSTEOPATICO STANDARDIZZATO

da Steele et al. 2014 adattato
Abbreviazioni: ASIS, spina iliaca antero superiore; BLT, equilibrio tensione legamentose; MFR, rilascio miofasciale.

1. Trattamento delle articolazioni sacro- iliache bilateralmente con BLT
Il bambino è in posizione supina. L’osteopata contatta il sacro appena mediale al sacroiliaca con le dita di una mano e la SIAS con la superficie palmare dall’altra. Il sacro è stabilizzato mentre l’innominata viene posizionato in rotazione anteriore e posteriore, inflare e outflare, fino al raggiungimento del BLT. Questa posizione è mantenuta fino all’avvenuto rilassamento dei tessuti.

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2. Trattamento della giunzione toraco lombare e diaframma utilizzando il MFR
Il bambino è in posizione supina. L’osteopata è seduto accanto al bambino e mette una mano sulla massa condrale delle costole inferiori l’altra sui processi spinosi della T12 e L1.

Alternativamente, una mano può essere posizionata su entrambi i lati della gabbia toracica inferiore.

L’osteopata muove delicatamente la fascia toraco lombare superiormente-inferiormente, in rotazione e nelle restrizioni di inclinazione, applicando una forza costante Vino all’apprezzamento di un rilassamento dei tessuti.

3 a. Trattamento della gabbia toracica con MFR
Il bambino è o seduto o in posizione supina. L’osteopata contatta con uno mano la gabbia toracica posteriormente agli angoli e con l’altra anteriormente. I pollici si trovano lungo la faccia laterale delle stesse coste. L’osteopata applica una delicata compressione anteroposteriore tra le due mani fino a quando vi è una leggera diminuzione nella tensione dei tessuti; in seguito le costole sono trazionate lateralmente. Il rilascio dei tessuti è seguito fino a quando non completato
OPPURE

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3b. Trattamento della gabbia toracica utilizzando BLT
Il bambino è in posizione supina. Con una mano, l’osteopata contatta la costola medialmente il suo angolo. Con l’altra mano contatta i processi spinosi delle due corrispondenti vertebre. A seguire le coste vengono trazionate lateralmente. L’osteopata applica una forza delicata sul processo spinoso per ruotare le vertebre contro le barriere restrittive Vino a quando non si ottiene un BLT. Questa posizione viene mantenuta Vino a quando il rilassamento dei tessuti si manifesta.

4. Trattamento della zona cervico-toracico (stretto toracico) con MFR
Il bambino è in posizione supina. L’osteopata dispone la sue mani sulla parte superiore delle spalle a contatto con le punta delle dita anteriormente con le coste e posteriormente con i pollici. Una rotazione fasciale viene applicata muovendo contemporaneamente una mano anteriormente e l’altra posteriormente. L’osteopata ruota la fascia cervicale nella sua barriera restrittiva e applica una forza costante Vino a quando c’è un release.

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5. Il trattamento di zona cervicale con BLT
Il bambino è in posizione supina. Il medico siede alla testa del lettino e contatta il pilastri articolari delle vertebre superiore con una mano e la vertebre inferiore adiacenti con l’altra. Utilizzando questo contatto può essere introdotta la rotazione e l’inclinazione.

Le vertebre vengono mobilizzate attraverso l’inclinazione e la rotazione fino a trovare una equilibrata tensione. La posizione viene mantenuta fino a quando vi è un rilascio in tensione dei tessuti.

La procedura si applica da C7 a C3.

6. Trattamento della giunzione cranio-cervicale con inibizione suboccipitale
Il bambino è in posizione supina. Il medico siede alla testa del lettino. L’occipite è tenuto nel palmo delle mani con le dita allineate inferiormente a inion. L’osteopata solleva i polpastrelli delle dita contro i muscoli sotto occipitali e mantiene questa pressione fino a quando i muscoli non si rilassano.

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7. Tecnica di drenaggio dei seni venosi
Il bambino è in posizione supina. L’osteopata siede alla testa del lettino e allinea i sui polpastrelli lungo la cresta nucale superiore dell’occipite con il quinto dito sull’inion. Una leggera pressione antero laterale è applicata fino a quando c’è un cambiamento della densità del tessuto.

Le dita dell’osteopata vengono poi allineate su entrambi i lati della zona occipitale su un asse cefalocaudale, viene applicata una leggera pressione anteriore e laterale fino a quando avviene un cambiamento nella struttura del tessuto.

I pollici sono poi incrociati a contattare le ossa parietali sui lati opposti dell’inizio della sutura sagittale partendo da lambda. L’osteopata applica una leggera pressione infero laterale fino a quando c’è un cambiamento nella densità del tessuto.

I pollici sono spostati anteriormente lungo la sutura sagittale e la tecnica si ripete. Le punte delle dita vengono quindi allineati su ogni lato della sutura metopica. L’osteopata applica una leggera pressione postero laterale fino a quando c’è un cambiamento nella densità del tessuto.

8. tecnica di decompressione occipitale
Il bambino è in posizione supina. L’osteopata siede alla testa del lettino e prende contatto con l’occipite in modo tale che gli indici siano sulla parte mastoidea, il dito medio allineato con i condili occipitali e gli anulari sono sul sopra occipite. L’osteopata applica una leggera trazione all’occipite posteriormente e poi lateralmente resistendo al movimento della porzioni mastoidea fino a quando un leggero rilascio tensione dei tessuti si fa sentire nell’occipite in modo bilateralmente simmetrico.

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9. tecnica decompressione sinfisi sfenobasilare
Il bambino è in posizione supina. L’osteopata siede alla testa del lettino utilizza la presa della mano sul temporale posteriore o fronto-occipitale. L’osteopata delicatamente decomprime la sinfisi sfenobasilare spostando antero-superiormente le ali maggiori sfenoidali e l’occipite postero-inferiormente fino a quando l’osteopata percepisce nella struttura del tessuto un rilasciamento bilaterale.

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