Premio miglior tesi ANNO FORMATIVO 2021/2022

Premio miglior tesi ANNO ACCADEMICO 2022/2023

IL TRATTAMENTO DEL SISTEMA NEUROVEGETATIVO IN PAZIENTI CON DISTURBI DELL’UMORE: I BENEFICI DELL’OSTEOPATIA INTEGRATA ALLA PSICOTERAPIA”.

STUDENTE: IRENE NEGRINI

RELATORE: D.O. MASSIMO TRANCHINA

Abstract

I disturbi dell’umore sono un insieme di sindromi chiamate anche “disturbi affettivi” che vengono classificati nel DSM 5 (manuale statistico-diagnostico dei disturbi mentali, riferimento della psichiatria mondiale), in due categorie distinte: disturbi depressivi e disturbi bipolari, a loro volta suddivisi in sottocategorie. I pazienti che sono affetti da queste sindromi vivono una grave alterazione del tono dell’umore, marcato disagio psicologico e difficoltà nella gestione della loro vita famigliare e sociale. I sintomi che si manifestano sono vari: umore depresso per la maggior parte della giornata, disinteresse o piacere verso le normali attività quotidiane, significativa perdita di peso o significativo aumento ponderale, alterazione dell’appetito sia aumentato che diminuito, insonnia o ipersonnia persistente, agitazione psicomotoria o rallentamento della motricità, affaticabilità o perdita di energie, bassa autostima e sensi di colpa, calo di attenzione e concentrazione e, nei casi più gravi, ideazioni e tentativi suicidari. Risulta quindi evidente che l’equilibrio neurovegetativo ortosimpatico-parasimpatico di questi soggetti sia fortemente alterato.

L’incidenza a livello mondiale di questi di disturbi si aggira intorno al 17% della popolazione ed è la patologia con il più alto trend di crescita nella cultura occidentale, i cui cambiamenti pare possano favorirne una maggiore diffusione. Il sesso femminile ne è più affetto e l’età di insorgenza della malattia si aggira intorno ai 20 anni per poi ridursi in senescenza. Per poter elaborare una diagnosi di queste patologie è necessario che i sintomi sopra citati si manifestino in maniera costante per almeno due anni: al paziente inoltre vengono somministrate batterie di test neuropsicologici convalidati, che attualmente in psichiatria e neuropsicologia sono gli strumenti diagnostici più attendibili e utilizzati. La Medicina tradizionale tratta queste patologie con terapie farmacologiche, psicoterapia e nei casi più gravi si ricorre al ricovero ospedaliero. La terapia farmacologica viene somministrata associata alla psicoterapia e progressivamente ridotta ove possibile. Questi pazienti necessitano per lunghi periodi di sostegno psicologico anche quando la farmacoterapia viene interrotta. L’osteopatia può agire sulla sintomatologia correlata a questi disturbi attraverso il trattamento del sistema neurovegetativo con tecniche specifiche sul III e IV ventricolo, rotolamento dei temporali, trattamento del nervo vago. Spesso ai disturbi dell’umore sono associate  anche una serie di algie diffuse (dolori sternali, cervicali e dorsali),  dovute principalmente al fatto che durante le loro crisi questi pazienti hanno difficoltà respiratorie, contratture e rigidità muscolari che con il protrarsi degli episodi cronicizzano: l’osteopatia può ripristrinare la corretta meccanica respiratoria con tecniche sul diaframma e i muscoli respiratori (soprattutto sulla muscolatura accessoria che influenza il tratto cervicale, la cerniera cervico-dorsale e la pervieta` dell’OTS).

Materiali e Metodi

Sono stati selezionati grazie alla collaborazione di psicoterapeuti che avevano in carico pazienti con disturbi dell’umore diagnosticati, 42 individui di ambo i sessi di età compresa tra i 25 e i 45, un BMI 18,5-24,9 Kg\m2, privi di patologie metaboliche importanti come diabete, cardiopatie, patologie endocrine tiroidee o neoplasie e la terapia farmacologica doveva essere sospesa. Sono stati divisi in 3 gruppi composti da 14 individui ciascuno (7 donne e 7 uomini per ogni gruppo).  Il gruppo A ha seguito il percorso psicoterapico ed è stato sottoposto al trattamento osteopatico (ascolto cranio-sacro, ascolto dei diaframmi, trattamento del III o IV ventricolo, trattamento del CNX tratto laringeo, liberazione e armonizzazione dei diaframmi): il gruppo B ha seguito il percorso psicoterapico associato ad un placebo, il gruppo C è stato sottoposto solo al percorso psicoterapico. A i soggetti è stato somministrato il test neuropsicologico certificato POMS (Profile of Mood State) all’inizio del loro nuovo percorso psicoterapico della durata di 6 mesi con una cadenza di due sedute mensili, a distanza di 2 settimane l’una dall’altra, e la rilevazione dell’HRV con App “HRV4Training. Al termine di questo periodo di trattamento è stato somministrato nuovamente il POMS ed effettuata la rilevazione HRV e si sono confrontati i risultati dei 3 gruppi.

Risultati

L'approccio scelto per l’analisi e la rappresentazione dei dati è stato quello di una Statistica Descrittiva.

Per valutare la rappresentatività dei tre gruppi, i valori medi rilevati sono stati messi a confronto con i valori dei punteggi TS standard del Poms (I 6 i fattori misurati nel POMS sono: Fattore T (tensione), Fattore D (Depressione), Fattore A (Avvilimento), Fattore V (Vigore), Fattore S (Sconforto), Fattore C (Confusione), sono stati sommati e si è ottenuta la Media e Deviazione Standard per i 3 gruppi, in prima seduta e al termine dello studio (dopo sei mesi).

Non è stata trovata una Correlazione tra HRV e i dati del Poms.

Per il gruppo A con la prima rilevazione si è ottenuto il punteggio: M=107, 35 e DS=30,22, al termine dello studio: M=32,14 e DS=11,97

Per il gruppo B con la prima rilevazione si è ottenuto: M=104,14 e DS=25,93, al termine dello studio: M=40,21 e DS=25,93

Per il gruppo C con la prima rilevazione si è ottenuto: M=110,21 e DS=16,62, al termine dello studio: M=97,5 e DS=20,03.

Conclusioni

I soggetti esaminati avevano tutti una condizione molto simile. Il primo gruppo trattato con le tecniche osteopatiche per ristabilire l’omeostasi del SNV associate alla psicoterapia ha riportato il maggior miglioramento con una DS più bassa, rispetto agli altri due gruppi. Il secondo gruppo ha riportato miglioramenti ma con una DS più alta rispetto al primo gruppo. Il terzo gruppo rispetto ai primi due ha portato miglioramenti ma in misura minore. Si è dimostrato con questo studio che l’osteopatia ha potenziato i benefici della psicoterapia. Integrare pertanto più discipline nella presa in carico del paziente, si dimostra la strategia d’intervento più efficace.