Storia di una collaborazione tra Osteopatia e Ginecologia
A cura di: Simona Melagari DOmROI
Docente OSCE (OSteopathica Spine Center Education) e CIO
Le esperienze personali, come spesso succede, mettono in luce aspetti della vita, del corpo e del suo stato di salute, sulle quali non ti saresti mai soffermato.
La maternità, oltre a mille gioie e dolori, mi ha portato a valutare, in qualità di osteopata e di osservatore interno ed esterno, come il corpo si modifichi e si trasformi, e di come subisca anche gli effetti di questa trasformazione.
Il parto, si sa, è un evento traumatico per la nostra struttura, ma vivere la mia seconda gravidanza e il parto con una piena consapevolezza “osteopatica” ha cambiato il mio modo di vedere e di affrontare da professionista questo momento.
Penso che la gravidanza dovrebbe essere un percorso fatto di passaggi, di scambi e di interazione tra medici e professionisti vari e le future mamme… le donne in attesa ci danno descrizione dei loro sintomi molto dettagliate, ma vengono spesso disattese da un “è normale”, senza che si sia cercato di comprendere veramente il messaggio del corpo… o la provenienza del sintomo.
Questa parte è di nostra pertinenza…!
E da allora ho sempre pensato di creare un percorso più approfondito, in stretta collaborazione tra osteopata e ginecologo, ostetrica, e a tutte le figure che ruotano intorno a questi 9 mesi.
Non è stato semplice trovare il ginecologo che avesse voglia di ascoltare prima, e di approfondire poi… ma come tutte le strade che persegui con volontà e passione prima o poi si aprono… anche la mia si è aperta!
E’ arrivato nel mio studio in veste di paziente, e dopo aver trattato il suo problema, gli ho domandato se fosse a conoscenza che l’osteopatia trattasse anche i problemi ginecologici era abbastanza stupito, ma incuriosito (come tutte le persone dotate di grande passione ed intelligenza), così gli ho mostrato il libro di Osteopatia Viscerale di Barral “Manipolazione Urogenitale” proponendogli di dargli un’occhiata.
Da quel giorno è nata, ed è in costante crescita, la collaborazione tra un’osteopata e un ginecologo, con l’interesse e l’obiettivo comune di portare la gravidanza ed il parto ad essere il più fisiologico e naturale possibile, e a proseguire questo sostegno durante il puerperio per limitare le frequenti problematiche che si verificano, come la dispareunia, l’incontinenza urinaria, gli esiti cicatriziali, il dolore pelvico, ecc. …
Ma non solo.
Il nostro lavoro si è esteso al trattamento dei sintomi legati all’endometriosi, con notevoli risultati sul dolore e sulla qualità di vita delle pazienti, operate e non operate.
Ogni settimana vedo nel mio studio circa 5/ 6 donne o più, con diagnosi disparate, con grande soddisfazione delle pazienti che vedono risolversi problematiche di più o meno vecchia data, e questo ha messo le basi per progetti futuri. L’equipe ospedaliera con cui collaboro dimostra grande interesse per il nostro lavoro, si cerca sempre più di utilizzare una terminologia comune e di mettere in relazione, anche nella diagnosi, il sintomo e il disturbo viscerale con l’alterazione della struttura e la disfunzione somatica.
Il primo passo è stato l’invito a relazionare al corso di aggiornamento per ginecologici ed ostetriche “Il dolore in puerperio, trattarlo e rilevarlo”, dove ho esposto quali sono le basi neuro-fisiologiche dell’osteopatia, quali sono i benefici e attraverso quali metodiche, l’osteopata tratta nel suo studio il dolore pelvico.
Mi è stato proposto di portare avanti una formazione per le ostetriche di sala parto, per la valutazione delle disfunzioni del bacino e del pavimento pelvico durante la gravidanza e dopo la 36 esima settimana di gestazione.
L’Associazione Progetto per l’Endometriosi mi ha chiesto di organizzare insieme all’Ospedale due incontri su “Endometriosi, diagnosi e terapia" e "l’Osteopatia come aiuto per le problematiche legate alla malattia”.
La più grande soddisfazione resta quella di veder nascere un progetto multidisciplinare dove il ginecologo e l’osteopata lavorano fianco a fianco, e ancor di più quella di veder sorridere incredule donne che da mesi e a volte da anni convivevano con sintomi che peggioravano la loro qualità di vita e di relazione.
Posso dire che il mio desiderio di creare un percorso di sostegno e di cura per la donna in tutte le fasi “ormonali” della sua vita, maternale e non, stia mettendo le basi con mia grande gioia, e credo che possa crearsi grande spazio per la medicina osteopatica anche all’interno di interessanti progetti ospedalieri.