OSCE alla Charles University di Praga
di Sara Ferroli e Monica Verdi (studentesse OSCE)
Osteopatia e studio dell'anatomia su cadavere
La scuola OSCE alla Charles University di Praga
20 Settembre 2015
Arrivo all’aeroporto la domenica mattina, con una sensazione non ben definita addosso, un misto tra curiosità estrema, timore e gioia. Raggiungo una parte dei compagni di viaggio ed emergono tutti i punti di domanda rispetto a quello che avremo trovato a Praga: chissà cosa vedremo? Ci faranno tagliare? Possiamo toccare? Solo cranio e colonna o era arto inferiore e cranio? Come sarà l’albergo? Ecc… Alla fine l’unica cosa certa è che la sera avremo mangiato uno stinco e bevuto una buona birra ceca.
Arrivati al gate troviamo i due capi spedizione: il Doc Saverio Colonna e il Second Doc Massimo Tranchina che subito ci da mille indicazioni su cosa fare e cosa non fare. Ci imbarchiamo tutti su di un aereo ad eliche, allacciamo le cinture di sicurezza, visualizziamo le uscite di emergenza, pronti… partenza… ma aspettate!!! non ci siamo tutti!!!
Prima cartellino giallo del viaggio va a Luisa Miraglia (docente OSCE) e Davide (marito della Miraglia), per aver ritardato l’imbarco dell’aereo già alla partenza.
Dov’eravamo rimasti? Ah si! Pronti… partenza… si vola!!!
Una volta atterrati ci dividiamo in due furgoncini, con valigie e i due autisti che, dopo aver rischiato un frontale ai duecento all’ora, ci portano direttamente all’albergo dove avremo alloggiato.
E come si poteva chiamare l’albergo? Il “vintage” Hotel Bologna.
Pochi minuti per sistemare le valigie nelle proprie stanze e poi tutti alla ricerca di un buon ristorante tipico dove consumare la cena. E’ risaputo, ma noi ne eravamo all’oscuro, che a Praga trovare un posto per 18 persone, senza aver prenotato almeno il giorno prima, è praticamente impossibile. Fortunatamente, dopo una serie di tentativi, abbiamo trovato dove cenare e far baldoria in una tipica birreria “mittel europea” con buona e abbondante birra, bretzel e stinco. E dopo tutti a “nanen” perché l’indomani il ritrovo è alle ore 8.00 e con il Direttore, sia sa, non si scherza.
21 Settembre 2015
ore 8:00
Con un occhio aperto e uno chiuso ci raduniamo tutti nella hall dell’albergo, pronti per il primo giorno di corso, qualche chilometro a piedi e un paio di minuti persi a ragionare su che linea della metro prendere ed eccoci sbucare davanti alla Clinica Universitaria Charles IV. Veniamo accolti dalla prof. Jana Mrzilkova, direttore del dipartimento di anatomia, che ci guida nell’aula dove, dopo un’opportuna introduzione sul comportamento da adottare durante il corso, iniziamo ad affrontare la parte teorica.
Sorpresa! Entrando nell’aula non ti aspetti sicuramente di trovare una serie di scatoloni pieni di ossa umane vicini ad una serie di cioccolate Milka pronte per il coffee break.
La professoressa Jana, dopo aver distribuito un cranio ogni due studenti, inizia descrivendo la scatola cranica osso per osso mentre ognuno di noi poteva seguire la descrizione direttamente su un reperto, così da apprezzare le varianti anatomiche che caratterizzano ciascun essere umano. Ebbene si, ognuno di noi ha un osso occipitale, ma sono tutti diversi, soprattutto dalle rappresentazioni che comunemente si trovano nei libri di anatomia.
La capacità descrittiva di Jana è impressionante, il suo inglese è semplice e comprensibile e quando inizia a spiegare la tridimensionalità dei fori della base e conseguente passaggio dei nervi cranici disegnandolo con estrema facilità alla lavagna, mi rendo conto che le mie idee chiare sulla neuroanatomia non erano poi così tanto chiare.
Dopo 4 lunghe, ma interessanti, ore di lezione finalmente pausa pranzo. Per mettere qualcosa sotto i denti ci dividiamo in due gruppi: gli amici della natura n°8 componenti (ristorante vegano); gli amici dello stinco n° 10 componenti (centro commerciale).
Nel pomeriggio finita la lezione sulle ossa craniche in aula finalmente arriva il momento della camera di dissezione anatomica. Questa si trova dietro lo stabile principale e vi si accede attraverso una porticina sul retro, come fosse un banale sgabuzzino, ma una volta dentro… Era proprio come la immaginavo! Quattro tavoli in acciaio brillanti, un lavandino all’angolo e due armadietti con una serie di contenitori. Sul tavolo centrale un vassoio pieno di pinze e guanti pronti all’uso, mentre su quelli laterali una serie di vassoi coperti da cellophane nero.
Prima di assistere alla lezione la Prof. Jana ci fa un discorso morale sull’atteggiamento da tenere all’interno del “necropsy”, rammentandoci che ci troviamo a trattare reperti di esseri umani e non manichini. Ci prepariamo, proprio come nei film, mettendo il camice da sala operatoria in una stanza adibita a spogliatoio che si apre su un lungo corridoio che porta all’aula. La cosa curiosa è il cartello appeso all’ingresso:
…e pensare che il nostro motto era “ Gesù piange ” (commento della madre a Luisa quando gli ha comunicato il motivo del suo viaggio a Praga) Ma continuiamo…
Crani sezionati su tutti i piani, masse cerebrali, midollo spinale, meningi, vascolarizzazione intracranica, ecc., tutto a portata di mano, tutto perfettamente spiegato dalla Prof. Jana che con estrema precisione collega la teoria fatta in precedenza direttamente ai reperti anatomici.
Finita la lezione abbiamo potuto analizzare personalmente ogni singola struttura, rendendoci sempre più conto che tutto quello che studiamo sui libri, per quanto minuziosi possano essere, non rende appieno l’idea di quello che è il corpo umano.
Dopo una faticosa ma sorprendente giornata ci meritiamo una buona cena e ovviamente birra a soli 1,20€ al litro e non solo…
22 Settembre 2015
h 5:00
Dato che il corso ci occupava tutta la giornata io e Monica abbiamo avuto la brillante idea di visitare comunque Praga …all’alba! Bellissima città. Levataccia ripagata.
Solito raduno nella hall dell’hotel. Solito tragitto, ma arrivati all’Università, andiamo direttamente in camera di dissezione, in una piccola stanza adiacente con una serie di banchi dove la Prof.Jana ci fa una breve, ma accurata, lezione teorica sulle ossa del rachide.
Al coffee break si riconferma “l’associazione Milka – Ossa”… ma la Milka è, rispetto al giorno precedente, notevolmente aumentata!
Finite teoria e cioccolata, infiliamo i camici e via di nuovo a lavorare sui reperti. Questa volta si aggiungono ai crani anche un arto inferiore con bacino annesso e un tronco in toto, per vedere le strutture esposte nella lezione teorica.
Più ci si concentrava nell’analisi dei reperti e più l’odore di formaldeide infastidiva.
Pausa pranzo, questa volta, forse per “disintossicarci” siamo andati tutti a mangiare vegano!
Le ultime 4 ore di dissezione sono volate. Il corso si è concluso con gli applausi alla nostra valente Prof. Jana che consegna ai partecipanti il diploma.
Per concludere la giornata, la sera si decide di mangiare ancora una volta tutti insieme e brindare; conto finale ben 32 boccali di birra. La serata è proseguita poi tra brindisi all’assenzio e musica anni 80 fino all’alba, ma questa è un’altra storia che è meglio che il Direttore non sappia.
23 Settembre 2015
ore 8:00
Stanchi, soddisfatti e ancora non ben coscienti ci avviamo a prendere il volo di ritorno con un pò di tristezza per la fine di questo fantastico viaggio, convinti tutti di ripeterlo il più presso possibile.
Nel bilancio di questa esperienza una cosa è certa: quello che abbiamo imparato in questo corso ha cambiato la visione che avevamo dell’anatomia e della fisiologia che sicuramente sarà utile al nostro percorso formativo in osteopatia.
È stata un’esperienza unica e assolutamente da ripetere e…
il nuovo Teorema di Sara cita: la cioccolata Milka è direttamente proporzionale alla quantità di reperti anatomici presenti nella stessa stanza! (mai mangiato così tanta cioccolata in due giorni!).
Volevo ringraziare tutti i componenti della comitiva. Ragazzi siete stati fantastici!
Un ringraziamento particolare va a Saverio Colonna e Massimo Tranchina per averci dato questa grande opportunità di crescita professionale e anche per averci mostrato il lato nascosto dell’osteopatia….grazie Saverio per il ballo
Dopo quest’avventura, credo che non osserverò mai più la testa di un paziente allo stesso modo!