Premio miglior tesi ANNO FORMATIVO 2023/2024
Effetto delle tecniche osteopatiche oftalmiche sul Riflesso Visuo Posturale (Re.Vi.P.)
Studenti: Eleonora Fiocchi ed Erica Tamagnini
Relatori: Dott. Casacci Fabio, Dott. Gheller Pietro
Introduzione:
Nel mondo moderno l’utilizzo di display elettronici ha preso una tale importanza che passiamo in media 6 ore e mezzo al giorno davanti a uno schermo solamente per l’utilizzo di internet. (Data Reportal. (2023). Digital 2023: Global Overview Report)
Tuttavia il nostro sistema visivo non è adeguato ad un tale utilizzo, e secondo un numero crescente di ricerche, un aumento del carico visivo associato ad un impegno cognitivo sostenuto, provoca sia sintomi oculari, sia una degenerazione posturale cui si accompagnano un parallelo aumento del carico muscolo-scheletrico e sintomi dolorosi.
Già nel 1993 venne coniato il termine di Computer Vision Syndrome (CVS), per definire un gruppo di sintomi legati ad un impegno visivo prossimale prolungato e che comprende sintomi oculari e visivi, sintomi muscolo scheletrici e persino sintomi generali come disturbi del sonno.
Tra i sintomi muscolo scheletrici della CVS annoverano cefalea, cervicalgia, lombalgia e dolore alle spalle: tutti sintomi per cui sono richiesti la maggior parte dei consulti osteopatici.
Obiettivi dello studio:
Considerando il fatto che l’occhio esercita influenze posturali non trascurabili, in quanto esocettore ed endocettore, con questo studio si è tentato di verificare la possibilità di determinare un miglioramento posturale agendo, con tecniche osteopatiche, sull’occhio e sulle strutture craniche connesse alla fisiologia della visione.
Materiali e metodi:
Sono stati reclutati 40 pazienti di cui 13 uomini e 17 donne con un'età media di 22.2 anni.
Questi sono stati sottoposti ad un pretest che consisteva in una valutazione optometrica durante la quale si è rilevata la misurazione del Riflesso Visuo Posturale (Re.Vi.P.) in tre diversi momenti: Re.Vi.P. a occhi chiusi, Re.Vi.P. a occhi aperti, e Re.Vi.P. post lettura.
Su di loro sono state poi effettuate delle tecniche di esclusiva pertinenza oculare e craniale, per una durata massima di 15 minuti.
A dieci minuti dal trattamento è stato effettuato un post test per rilevare eventuali cambiamenti nelle tre misurazioni del Re.Vi.P.
A distanza di una settimana è stata effettuata una terza valutazione optometrica come follow up.
Risultati:
L’analisi dei dati ha mostrato un miglioramento significativo del Re.Vi.P. ad occhi chiusi (p=0.043) mentre non ha evidenziato una tale tendenza nelle misurazioni ad occhi aperti e post lettura.
Conclusioni:
Il trattamento osteopatico focalizzato sull’occhio sembra influire sulla memoria posturale e sulle connessioni neuroanatomiche che la influenzano, per tanto gli osteopati potrebbero considerare l’occhio come possibile tassello della loro pratica clinica, anche nella presa in carico di sintomi non appartenenti alla sfera cranica.
I risultati ottenuti ad occhi aperti, tuttavia, indicano che la visione è la variabile significativa in grado di modificare l’effetto del trattamento, e ci esortano a promuovere collaborazioni con specialisti della visione che, grazie al loro intervento, promuovano una minore degenerazione posturale durante il lavoro prossimale.